Natura e Storia in un equilibrio sorprendente
Le valli d’Argon intagliano il colle che dà loro il nome, una delle ultime propaggini meridionali delle Prealpi Orobie. Quegli stessi monti che lassù, al confine con la Valtellina, si mostrano aspri e arcigni, ai piedi della Pianura rivelano il loro lato più soave.
Ed è proprio qui, in un lembo di terra compreso tra Bergamo ed il Sebino, che si cela un inaspettata successione di dolci colli e intime valli.
©PLIS delle valli d’Argon
il mito di Argo
Si narra che il colle d’Argon debba il suo nome ad Argo, la figura mitologica classica che tutto vede. Questo mostro, a seconda delle versioni tramandate nell’antichità, possedeva uno, quatto o cento occhi che non chiudeva mai contemporaneamente. Nemmeno nel sonno. Infatti era descritta come una creatura insonne, che viveva vegliando su ciò che gli stava attorno.
Le imprese a lui ascritte furono innumerevoli, tuttavia una è forse la più celebre tra tutte. Il mito vuole che Era, moglie di Zeus, avesse affidato la custodia della ninfa Io alla vista infallibile di Argo, per tenerla lontana dalle brame del marito. L’incarico si rivelò fatale per Argo: trovò, infatti, la morte per mano di Ermete inviato da Zeus per liberare l’oggetto del suo desiderio. Tuttavia, Era ricompensò le virtù e la fedeltà di Argo trasferendo i suo occhi nella coda del pavone.
Se da millenni la coda del pavone continua a tributare onore a questo essere mitologico, anche il colle d’Argon non è da meno. Il paragone e quanto mai evocativo: come un gigante, il colle d’Argon si eleva dalla Pianura Padana e noi – piccoli umani – siamo i suoi cento occhi.
Dalla sua sommità il nostro sguardo spazia in tutte le direzioni senza ostacolo alcuno: la vista può spingersi sino al morbido profilo degli Appennini, cogliere lo scintillio dei grattacieli di Milano e, per chi la sa riconoscere, intravvedere la lontanissima piramide del Monviso.
il Parco e la sua biodiversità
Le valli d’Argon, in questa centrifuga di appellativi e toponimi, danno il nome ad un parco: il PLIS delle Valli d’Argon. Un Parco Locale di Interesse Sovraccomunale – PLIS – istituito anni fa dai Comuni di Albano Sant’Alessandro, Cenate Sotto, San Paolo d’Argon e Torre de’ Roveri per tutelare la natura e la bellezza di questi luoghi. Fu una decisione lungimirante e di alto valore civico.
I colli e le valli d’Argon, infatti, custodiscono un tesoro biologico, storico ed artistico senza eguali. In quasi 650 ettari di Parco si contano più di 1000 specie viventi tra piante ed animali, in un ecosistema vivo e vitale. Qui, per esempio, ritroviamo specie mediterranee che condividono lo spazio con essenze continentali, in un mix ecologico da salvaguardare ad ogni costo.
© PLIS delle valli d’Argon
Arte e Storia
Forse, fu proprio questa ricchezza di vita a smuovere l’anima degli uomini che da sempre hanno abitato queste terre. Costoro riconobbero la sacralità di questi colli sin dall’antichità e costruirono i loro santuari lassù, dove la terra si avvicina al cielo.
Da oltre nove secoli, l’imponente abbazia benedettina presidia le pendici meridionali del colle d’Argon mentre il suo eremo si erge sulla sommità della collina. Le due architetture continuano a guardarsi e il loro dialogo è tuttora saldo e intenso, nonostante l’inesorabile scorrere del tempo.
Se i benedettini hanno legato l’esistenza della loro abbazia a queste terre, non di meno hanno fatto i nobili bergamaschi. I primi hanno colto la sacralità di questi colli, i secondi hanno elevato a simbolo di ricchezza il paesaggio; entrambi collocando le proprie architetture laddove i colli e le valli esprimono il meglio di sé. In realtà, gli uni e gli altri hanno saputo fare ancora di più: la loro presenza è divenuta parte stessa del paesaggio delle Valli d’Argon.
La mia mente corre subito alla valle di Albano, la quale non sarebbe di tale bellezza senza la Villa Frizzoni a farne da quinta scenica. Infatti, questa elegante dimora domina la conca naturale e offre, al contempo, il miglior belvedere che l’uomo potesse immaginare per quella valle. Uno scambio alla pari tra uomo e natura.
© PLIS delle valli d’Argon
Scopritelo!
Conosco il Parco da anni. Per me è come se fosse un vecchio un amico di famiglia. In questi mesi ho avuto il privilegio di poter curare i testi e selezionare le immagini per il nuovo sito internet (www.plisdellevallidargon.it), sviluppato in collaborazione con Cd Bergamo. Sarà la porta virtuale per entrare nel Parco delle valli d’Argon, con il tempo si aggiungeranno nuovi itinerari e una sezione dedicata all’agricoltura e ai prodotti del Parco.
Tuttavia le parole e le immagini valgono poco, quando si discorre di geografia e di paesaggi. Non ci può essere vera conoscenza di un luogo senza la sua esperienza diretta. Così, anche per il Parco delle Valli d’Argon non ci resta che percorrerne i sentieri: diretti ad oriente verso l’imbocco della Valcavallina oppure a occidente tra le colline delle Terre del Vescovado.
Vagate tra i suoi boschi a piedi, in bicicletta o a cavallo; in estate o in inverno, all’alba o al tramonto, da soli o in buona compagnia. Fate voi, sarà in ogni caso un’esperienza unica.
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