e buon 2021.
Anche questo 2020 è passato, così bizzarro e crudele che sembrava di essere nei panni di Alice. Sì, proprio quella ragazzina che di punto in bianco si è ritrovata in un mondo onirico, che di normale aveva ben poco.
E così, anche noi ci siamo ritrovati in una dimensione sospesa. Una primavera passata a rivivere la stessa giornata, per mesi. Un inverno trascorso vivendo le proprie vite in un turbinio di colori: giallo, rosso, arancione e poi rosso, giallo e arancione. Nomi che, a furia di essere ripetuti incessantemente, hanno perso il rimando alla tinta cromatica che dava loro la ragione di esistere.
Un giorno, in questo paese delle meraviglie, l’ho incontrato. Me ne stavo seduto – placido come il Bruco sul fungo – quando d’improvviso me lo ritrovai dinnanzi. Gli rivolsi la parola con voce languida e sonnolenta: «E tu chi sei?»
Lui rispose: «Io a questo punto quasi no lo so più, so chi ero fino al 31 dicembre».
«Che vuoi dire con questo?»
«Beh.. io sono il 2020. Non mi meraviglia il fatto che non mi abbia riconosciuto. Deve sapere che da quando è scoccata la mezzanotte di capodanno cerco di non dare troppo nell’occhio. E’ stato un anno impegnativo anche per me: tutti a maledirmi sperando ciecamente in un anno migliore».
«Non mi è parso un anno spensierato, non crede?»
«Vorrei far notare che tutti i problemi sono scaturiti nel 2019, se non prima. A me è toccato gestirne le conseguenze! Non sono il primo a dirlo, legga Spillover e capirà di cosa sto parlando.»
«Sarà come dice lei, però abbiamo perso le nostre certezze e le nostre abitudini.»
«No! In realtà avete avuto l’occasione di cambiare e di immaginare un modo diverso di vivere questo Pianeta. Ad un tratto tutti a godere del paesaggio: non ho mai visto così tanta gente a passeggio tra splendidi paesaggi e borghi incantati.»
«Su questo non posso darle torto. Ma per due passi all’aria aperta abbiamo ipotecato Teatri e Musei. Non mi sembra equilibrato.»
«Già… Ma le persone di cultura hanno sempre mille risorse, sanno produrre valore anche nelle condizioni peggiori. Proprio da voi, a Bergamo, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ha saputo dare vita a progetti meritevoli. Anche il Teatro Coccia di Novara ha dato a vita a qualcosa di innovativo.»
«Due istituzioni che hanno saputo reagire. Però è difficile immaginare esperienze culturali senza una reale condivisione umana. Credo che questa povertà di rapporti umani sarà il peggior danno causato dalla pandemia.»
«Suvvia, non sia così pessimista! Ci sarà modo di tornare a condividere esperienze con chi desidera. In questi mesi, tuttavia, avete avuto la possibilità di conoscere nuove persone e riscoprire vecchie amicizie.»
«Ha ragione. Era da parecchio che non trovavo il tempo per discorrere con amici di architettura e comunità, taccuini e letteratura, arte e collezionismo, persino di astronomia!»
«Lo vede?! Ha pronunciato la parola magica: tempo. Con me avete avuto tempo, tanto tempo libero. Più di quanto ne abbiate mai avuto. L’avete speso bene?»
«Già. Bella domanda…»
«La lascio riflettere con tutta calma, ora devo proprio andarmene. Buon anno!»
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